A.I.A. Castellammare di Stabia

Una serata all’insegna del calcio e della cultura sportiva si è tenuta presso i locali della sezione arbitri di Castellammare dove protagonista è stata la Juve Stabia. Il tecnico Guido Pagliuca, insieme a Pasquale Sergio, in qualità di addetto agli arbitri, accompagnato da una delegazione societaria, ha preso parte a un incontro dedicato alla tecnica e all’applicazione delle squadre di calcio.

L’obiettivo era chiaro: favorire la comprensione reciproca tra mondo arbitrale e quello calcistico, offrendo agli ufficiali di gara una visione più profonda del lavoro svolto da uno staff tecnico.

Pagliuca ha illustrato il metodo di preparazione delle partite, sottolineando l’importanza del rapporto con lo staff e, soprattutto, con il capitano. L’analisi dell’avversario inizia già il giorno successivo alla gara precedente; a seguire, si valuta l’arbitro designato, cercando di coglierne caratteristiche e abitudini. È il capitano a trasmettere queste informazioni ai compagni.

“Ogni squadra prepara la gara in modo diverso ha spiegato il mister. Il Cesena, ad esempio, inizia con quattro difensori, poi passa a tre. Anche noi abbiamo la nostra chiave tattica: marcatura a uomo, sempre.”

Parlando della sfida imminente a Cremona, Pagliuca non nasconde le incertezze: “Stiamo ancora studiando la strategia giusta. Il dubbio è se puntare sulla superiorità numerica o su un approccio più graduale, ‘di passo’.”

Interessante anche la riflessione sul ruolo del portiere nel pressing: “Quando entra in gioco lui, innesca una reazione a catena che può portarci fino alla conclusione in porta.”

Pagliuca si è definito un tecnico estremamente analitico, attento ai dettagli, poco incline alla superficialità. Un episodio in particolare lo ha colpito profondamente:
“Dopo la vittoria contro il Sorrento, incontrai per caso l’arbitro della gara qualche giorno dopo.. Mi disse che, nonostante la buona prova, l’osservatore lo aveva penalizzato con un voto basso. In quel momento ho capito quanto impegno e passione ci siano dietro quel ruolo.”

Ampio spazio è stato dedicato anche alla gestione mentale delle partite. “Ogni gara è una storia a sé. In finale, ogni secondo conta. Qualsiasi interruzione rischia di essere controproducente. Per questo ci affidiamo anche a un professionista che lavora sulle vibrazioni e l’energia da portare in campo.”

Gestire i momenti critici, rallentare quando serve, abbassare il ritmo per poi ripartire con efficacia: è questo uno dei concetti chiave espressi dall’allenatore gialloblù.

Pagliuca ha anche sottolineato l’importanza del rapporto con i leader del gruppo: “Con Gerbo, ad esempio, c’è un confronto continuo. Ha esperienza, sa leggere le situazioni. Cose che con un ventenne, per questioni di maturità, non sempre si riescono a fare.”

Tante le domande poste dai giovani arbitri ma anche Pagliuca non si è sottratto alla curiosità per capire cosa si cela dietro la figura arbitrale, quali sono gli aspetti chiavi delle prestazioni e come un arbitro approccia la partita.

Uno scambio di punti di vista che è stata una grande occasione di crescita per l’ampia platea che ha riempito la storica sezione stabiese, dai ragazzi più giovani agli osservatori più esperti, tutti con la stessa curiosità, capire il calcio e imparare a guardarlo da un’altra prospettiva

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